Il De rerum natura di Lucrezio si conclude con una grandiosa descrizione della peste di Atene del 430 prima della nostra era, e rileggendola oggi ci accorgiamo di quanto cammino abbia fatto la medicina negli ultimi due millenni e mezzo: in parte, anche grazie all’opera divulgativa dello stesso Lucrezio, che influenzò nel 1649 l’avveniristico studio di Giovanni Alfonso Borelli Delle cagioni di febbri maligne della Sicilia negli anni 1647 e 1648, in cui si individuavano le fonti del contagio in «lucreziani semi di pestilenza », oggi chiamati virus e batteri. […]
L’anno in cui tutti siamo stati bocciati all’esame del Covid-19 (Domani, 28/12/20)

Spiace dirlo, ma l’Italia non è un paese che brilli per intelligenza e acutezza: al contrario, è offuscata dalla furbizia e dall’ottusità. Lo è sempre, visto che si tratta di nostre doti caratteristiche, che una volta si sarebbero fatte risalire geneticamente alla “razza italica”, e oggi si preferiscono attribuire sociologicamente al “popolo italiano”. Ma lo è soprattutto a fine anno, quando un’improvvisa congiunzione astrale mette repentinamente a nudo in un paio di settimane le nostre pudende culturali, riuscendo a farci apparire agli osservatori esterni ancora più stupidi di quanto non siamo normalmente. […]
Le nostre feste sono assurde, eppure non smettiamo di crederci (Domani, 22/12/20) Vedi un commento qui.

Bill Gates ha recentemente pubblicato sul suo blog Gates Notes un post intitolato “La strada che porta a domani dopo venticinque anni”, per fare un bilancio sulle previsioni che aveva azzardato nel suo primo libro, uscito appunto alla fine del 1995. Volendo essere brevi, si potrebbe riassumere il post dicendo che il suo libro potrebbe oggi essere ristampato con il titolo La strada che ha portato a oggi, cambiando semplicemente i verbi dal futuro al presente o al passato. […]
Attenti alle profezie di Bill Gates, perché sa vedere il futuro (Domani, 11/12/20)

Il 29 ottobre 1920, in piena guerra civile russa, il monaco Pavel Florenskij tenne per l’Accademia russa di Storia della cultura materiale del Commissariato del popolo per l’Istruzione, uno dei ministeri del giovane governo bolscevico, una conferenza intitolata La prospettiva rovesciata (Adelphi, 2020), in una singolare manifestazione di convergenza tra religione ortodossa, matematica moderna e politica rivoluzionaria. […]
Il monaco che voleva coniugare la religione con la matematica (Domani, 7/12/20) Vedi alcune reazioni qui e qui.

Il termine «infinito» rivela fin dalla sua etimologia di essere l’ovvio contrario di «finito». Il che significa che nella nostra cultura il finito è il punto di partenza, e l’infinito è dove si arriva negandolo, con tutto ciò che ne consegue. Non a caso Aristotele scriveva nella Fisica che l’infinito non c’è, neppure dove sembrerebbe ovvio che ci fosse: «I matematici non sentono il bisogno dell’infinito, e non se ne servono nelle loro dimostrazioni. Usano soltanto l’accrescimento indefinito dei numeri, e la suddivisione indefinita dei segmenti». […]
L’infinito non è uguale per tutti (La Stampa, 7/12/20)

La quarta stagione della serie televisiva Netflix The Crown ha sollevato nel Regno Unito un interessante dibattito su realtà e finzione, che ha messo a confronto le famiglie degli Windsor e degli Spencer, da un lato, e i commentatori della stampa e della televisione, dall’altro, coinvolgendo anche la parte meno ignara e passiva del pubblico. Il conte Charles Spencer, ad esempio, ha dichiarato al Daily Mirror di sentirsi a disagio per il modo in cui sua sorella Diana è stata presentata nella serie, e in un’intervista al programma Lorraine della ITV ha tenuto a sottolineare l’ovvio, ma troppo spesso dimenticato abisso, che separa la fiction romanzata dalla storia fattuale. […]
Quel misto di realtà e finzione che impariamo a chiamare Storia (Domani, 3/12/20)

E’ una rarità la recentissima miniserie televisiva Netflix La regina degli scacchi, che ha avuto la consulenza di Garry Kasparov, campione mondiale di scacchi dal 1985 al 2000. In inglese il titolo originale era The Queen’s Gambit, che in italiano si traduce con Il gambetto di donna: un’espressione che indica la mossa di apertura in cui il bianco muove il pedone che sta di fronte alla regina, sfidando il nero ad accettare o rifiutare il provocatorio “sgambetto”. E già nel romanzo di Walter Tevis del 1983, da cui è stata tratta la miniserie, il titolo originale alludeva all’atteggiamento aggressivo della protagonista nei confronti degli avversari maschi. […]
Anche se li guardiamo su Netflix, gli scacchi non sono cultura di massa (Domani, 23/11/20)

Chiunque intraprenda la decostruzione dei testi sacri di una qualunque religione compie un’opera benemerita: sempre, ma soprattutto quando quei testi costituiscono le pezze d’appoggio per il mantenimento di un enorme potere politico ed economico, come nei casi dello stato di Israele per l’Antico Testamento, o della Città del Vaticano per il Nuovo. Più in generale, la decostruzione di un testo sacro è un servizio reso «all’onore dello spirito umano», come amavano dire gli illuministi, perché rivendica le ragioni della ragione ,nell’impari e millenaria lotta contro le non-ragioni delle superstizioni di ogni genere, di cui quelle di stampo religioso costituiscono la specie più diffusa. […]
Il settimo giorno Dio si riposò, e l’ottavo l’uomo inventò la Bibbia (Domani, 19/11/20). Vedi alcune reazioni su Domani, Moded 1, Moked 2 e Avvenire.

Le elezioni statunitensi del 2020 hanno mostrato ancora una volta un loro aspetto paradossale: il fatto, cioè, che un candidato come Joe Biden che prende la maggioranza dei voti popolari, non viene automaticamente eletto fino a quando non conquista anche la maggioranza dei voti elettorali. Anzi, può non risultare affatto eletto, alla fine, com’è già successo per ben cinque volte: le ultime due nel 2000 e nel 2016, quando rispettivamente Al Gore perse contro George W. Bush, e Hillary Clinton contro Donald Trump. […]
Le elezioni Usa e i paradossi della democrazia incompiuta (Domani, 9/11/20)

Da qualche anno Carlo Rovelli è il divulgatore scientifico italiano di maggior successo. Non lo sentivo da qualche tempo, ma l’imitazione che ne ha fatto recentemente Maurizio Crozza mi ha spinto a risentirlo, e a dialogare con lui non solo sul suo lavoro divulgativo, ma anche sull’immagine che i media danno della scienza e degli scienziati. […]
Il mondo raccontato con gli occhi di Rovelli (Domani, 5/11/20)

“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la mia vita perché tu lo possa dire», diceva Voltaire. O meglio, più che dirlo, gliel’ha fatto dire la scrittrice inglese Evelyn Hall agli inizi del Novecento, in un paio di sue opere, salvo poi confessare in seguito di esserselo inventato. Come se Voltaire non avesse il diritto di dire pure lui cosa voleva, invece di vedersi attribuire cose dette da altri. Non c’era però bisogno di scomodare Voltaire, per affermare che ciascuno ha diritto non solo di avere le proprie opinioni, ma anche di dirle, almeno a due condizioni: non pretendere di imporle agli altri, e non offendere chi è costretto ad ascoltarle. […]
Fissare i limiti della satira è difficile (Domani, 31/10/20)

Pochi sanno che Google si chiama così perché i suoi fondatori volevano chiamarlo Googol, ma sbagliarono a scriverlo. A sua volta Googol, il grande numero pari a 10 alla 100, si chiama così perché un bambino lo chiamò una volta Google, che era il personaggio di un fumetto degli anni ’30, ma sbagliò a scriverlo. Grazie a questo doppio errore, oggi persino il motore di ricerca più famoso del mondo porta il nome di un eroe dei fumetti. Fino a qualche decennio fa, però, i fumetti erano un prodotto editoriale riservato ai bambini normali, o agli adulti ritardati. […]
C’è più scienza nei fumetti che nei manuali (Domani, 30/10/20)

La confusione provocata nella chiesa dal papa gesuita, alimentata fin dagli inizi dal nome francescano che si è scelto, è ormai nota ed evidente, anche se molti credenti irriducibili continuano tuttora ad arrampicarsi sugli specchi per presentare Jorge Mario Bergoglio come un rivoluzionario innovatore, quando nel suo paese era ben noto come un reazionario conservatore, nonostante i suoi modi garbati e i suoi atteggiamenti populisti. Un esempio furono le sue prese di posizione contrarie al progetto di legge argentino sui matrimoni omosessuali, presentato dal governo di Cristina Kirchner nel 2010. […]
L’arte di mentire anche quando si dice la verità (Domani, 23/10/20)

Roger Penrose, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 2020, a ottantanove anni, divenne famoso nel 1958, a ventisette, quando pubblicò insieme al padre, lo psicologo Lionel, un articolo sugli oggetti impossibili. Il più noto era quello che oggi si chiama triangolo di Penrose, in loro onore, anche se in seguito si scoprì che in realtà era già stato scoperto e sfruttato nel 1934 dall’artista svedese Oscar Reutersvärd. […]
Il Nobel impossibile di Penrose, il fisico diventato guru (Domani, 17/10/20)

In Delitto e castigo di Dostoevskij è il colpevole stesso ad autoinfliggersi sia il castigo morale che la pena legale, oppresso dal peso della propria fede e dal rimorso della propria coscienza. Ma cosa succederebbe in un mondo in cui il colpevole non avesse invece remore religiose e morali? Questo tema è stato sviluppato da Woody Allen in una serie di quattro film, il primo dei quali ammicca al romanzo di Dostoevskij fin dal titolo: Crimini e misfatti. […]
Delitto con o senza castigo, da Dostoevskij a Woody Allen (Domani, 10/10/20)

Benché i lettori spesso lo ignorino, e i critici spesso lo dimentichino, molti scrittori di fama hanno avuto una formazione scientifica: ad esempio, Fëdor Dostoevskij, Robert Musil e Carlo Emilio Gadda erano ingegneri, Elias Canetti chimico, e Bertrand Russell e Aleksandr Solženicyn matematici. Gli ultimi tre hanno addirittura vinto il premio Nobel per la letteratura, e non sono i soli: anche John Maxwell Coetzee, vincitore nel 2003, ha una laurea in matematica, e ha lavorato come informatico, come ha raccontato nel suo libro Gioventù (2002). […]
Dialogo con Coetzee su natura, numeri e infinito (Domani, 6/10/20)

Kip Thorne è uno scienziato fuori del comune, che ha vinto nel 2017 il premio Nobel per la fisica per la scoperta delle onde gravitazionali, e nel 2014 ha infuso la propria scienza nel film Interstellar di Christopher Nolan. Le sue due anime, scientifica e artistica, sono confluite nello straordinario libro Viaggiare nello spazio-tempo (Bompiani, 2018), che riesce nel duplice compito di illustrare la scienza con le immagini del film, e spiegare il film con le idee della scienza. […]
La scienza da premio Oscar ha vinto anche il premio Nobel (Domani, 26/09/20)

Il 20 settembre 1870 i bersaglieri e i fanti del generale Cadorna sfondarono la michelangiolesca Porta Pia e occuparono la città di Roma, sfrattando il papa dal palazzo del Quirinale e costringendolo a ritirarsi entro la cerchia delle mura leonine. L’ordine del cannoneggiamento era stato dato all’ebreo Giacomo Segre, immune alla scomunica emanata da Pio IX verso i cattolici che avessero osato aprire il fuoco contro l’ultima enclave dello stato pontificio nel regno d’Italia. […]
A 150 anni da Porta Pia non siamo ancora liberi dal “giogo pretesco (Domani, 20/09/20)

Il regista Christopher Nolan in vent’anni di carriera ha diretto dieci film, incassando cinque miliardi di dollari al botteghino e ottenendo dieci Oscar, in buona parte grazie alla Trilogia del Cavaliere Oscuro (2005–2012), che ha rivitalizzato la saga di Batman. Questi dati sembrano indicarlo come un tipico regista hollywoodiano, interprete del “commercialmente e cinematograficamente corretto”. Nella sua ultima opera Tenet, i 200 milioni di dollari spesi per il film sono però serviti non solo a sfornare un colossal poliziesco, dichiaratamente ispirato a James Bond, ma anche a proseguire la meditazione sulla nozione di tempo che Nolan ha iniziato fin da Memento, il suo secondo film. […]
I fotogrammi della storia scorrono anche al contrario (Domani, 17/09/20)

Il referendum costituzionale del 20 settembre si avvicina, fra l’apparente disinteresse degli elettori e il reale imbarazzo dei politici. Paradossalmente, una modifica costituzionale approvata in quarta lettura quasi all’unanimità dalla Camera (553 sì, 14 no e 2 astenuti) dovrebbe essere in teoria sostenuta quasi all’unanimità dai partiti, che in pratica invece si defilano e se ne distanziano. Stanno infatti venendo al pettine i nodi non risolti di quest’ennesima revisione costituzionale raffazzonata, che segue degnamente la via segnata dalle precedenti. […]
Il referendum senza democrazia (La Stampa, 3/09/20). Vedi un commento qui 

I fondi stanziati dall’Ue per far fronte alla crisi economica provocata dal coronavirus fanno venire in mente quelli stanziati dagli Stati Uniti nel 1947 dopo la Seconda Guerra Mondiale.  Persino i nomi dei piani sono simili: European Recovery Fund nel primo caso, e European Recovery Program nel secondo, anche se quest’ultimo divenne più noto come piano Marshall, dal nome del propositore. […]
Dal piano Marshall al piano Merkel (La Stampa, 25/07/20)

Da quando la virulenza dell’epidemia ci ha offerto una tregua, probabilmente temporanea, i dibattiti sul Covid-19 si sono spostati dal campo scientifico a quello politico, nel mondo e in Italia. A fine giugno un appello è stato lanciato dall’Istituto Internazionale per la Democrazia, per stigmatizzare “i regimi autoritari che approfittano della crisi per far tacere le voci critiche e irrigidire il proprio potere”, e mettere in guardia sul fatto
che “la democrazia è in pericolo, e la libertà, la salute e la dignità delle persone sono in gioco ovunque nel mondo”. […]
Il virus politico peggio del Covid (La Stampa, 20/07/20)

Si racconta che un giorno Oscar Wilde andò a un party organizzato dai suoi ammiratori, i quali si presentarono tutti in perfetta tenuta da dandy,  mentre lui arrivò per una volta vestito sciattamente: il motivo, disse, era che un vero dandy si deve sempre distinguere dalle persone convenzionali, soprattutto quelle che giocano a fare i dandy. La stessa cosa dovrebbe valere anche per quelli che giocano a fare i progressisti alla moda, e finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dire che i veri progressisti dovrebbero prenderne le distanze, in nome del progressismo stesso. […]
Cosa significa politicamente corretto (La Stampa, 10/07/20)

Conoscendo Giulio Giorello, sono sicuro che non gli dispiacerebbe sapere che l’Italia lo ricorda oggi, un 16 giugno, quando in Irlanda si festeggia il Bloomsday. Naturalmente avrebbe preferito essere a Dublino, e di percorrere con qualche amico le strade già percorse 116 anni fa da Bloom e Stephen, i due protagonisti di uno dei suoi libri preferiti, e discutere di quello e altri miti, come aveva già fatto nel 2004 in Prometeo, Ulisse, Gilgamesh: un libro straordinario già dalla copertina, in cui a prima vista sembrava fosse raffigurato James Joyce in una delle sue famose pose, con gli occhialini e la canna, ma a uno sguardo più attento ci si accorgeva che in realtà era Giorello che lo impersonava alla perfezione. […]
Giulio Giorello, il filosofo della scienza che leggeva Tex Willer (La Stampa, 16/06/20)

Alle decine di migliaia di vittime reali che il coronavirus ha mietuto in Italia, purtroppo bisogna aggiungerne un’altra ideale: l’immagine della Scienza (con la maiuscola), che grazie agli interventi mediatici di alcuni virologi, epidemiologi e immunologi (con la minuscola) ha subìto un grave colpo alla propria credibilità, uscendo malconcia da quattro mesi di opinioni contrapposte, che gli “esperti” hanno offerto in pasto a un pubblico sempre più frastornato dalla loro discordia e discordanza. […]
La compagnia dei medici mediatici (La Stampa, 8/06/20)

Sul giornale di ieri il professor Cacciari, andando alle radici dei problemi che il Paese dovrà affrontare nel dopo-virus, ha sottolineato l’urgenza di una nuova Costituente. E ha proposto di concentrarsi più sul tagliando alla macchina dello Stato che sul cambio dell’assetto di guida e della scelta dei guidatori: ovvero, più sulla struttura dell’Amministrazione pubblica, che sulla forma del Parlamento e del Governo. […]
Costituente per scienziati (La Stampa, 26/05/20)

Riporto a caso uno dei tanti messaggi che mi sono arrivati sul cellulare: “Norme sulla distanza sociale: in giro, un metro; in chiesa, un metro e mezzo; al ristorante due metri; al parco, tre: al mare, quattro. Ma ‘sto virus è un geometra?”. In realtà, la cosa è molto peggio, se si vanno a leggere quelli che fin dai titoli bizantini si presentano come veri e propri manuali. […]
L’aritmetica impazzita della Fase 2 (La Stampa, 16/05/20)

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