Zichicche (2003) Zichicche (2003)

Mi sono interessato per la prima volta di Zichichi casualmente, come succede spesso nella vita. In libreria ho visto il suo Infinito e, poiché quello era il “mio” campo, l’ho sfogliato. Il nome dell’autore lo conoscevo per sentito dire, ma solo superficialmente, e di lui non sapevo altro se non che fosse un fisico.

Ma, leggendo a caso, non ho creduto ai miei occhi: le castronerie e le assurdità erano così tante e così abissali, a partire da quella che diceva che Godel aveva provato che “esistono teoremi non dimostrabili”, che non ho resistito alla tentazione di farne una recensione. Era il 1994 e io avevo da poco e timidamente cominciato a fare divulgazione: quella è stata una delle mie prime “uscite” pubbliche.

Non credo che avrei mai più letto altri suoi libri, se lui non ne avesse scritto uno su scienza e religione nel 2000: su un argomento, cioè, nel quale io avevo appena pubblicato il mio primo libro non tecnico, Il Vangelo secondo la Scienza. Se possibile, questo era ancora più delirante del precedente. Stavolta la mia matita si era un po’ affilata, con qualche anno di pratica divulgativa, e ho prodotto quello che considero il mio pezzo più divertente: Dagli amici si guardi iddio. Divertente per molti, oltre che per me, ma non per Zichichi: il quale mi ha infatti querelato.

A questo punto ho voluto vedere che cosa ne pensassero gli altri, di Zichichi: se, cioè, ero solo io a considerarlo un povero iddiota (con due “d”, come i suoi lettori). E ho scoperto che da anni era sbeffeggiato dai colleghi e dai recensori, e che era un vero “imbarazzo” per la scienza. Cioè, un uomo utile per ottenere finanziamenti, tramite le sue frequentazioni con il potere politico e religioso, ma di cui vergognarsi dal punto di vista intellettuale. Più o meno, come gli “intoccabili” della vecchia India, che facevano i lavori considerati indegni e impuri, ma dei quali persino l’ombra era contaminante.

Ho messo insieme gli articoli che ho trovato, e non è stato difficile: molti fisici ne avevano tenuto copie nei loro files, per ridersela tra loro, e me li hanno dati volentieri. E ora corrono a comprare il libro: addirittura, un premio Nobel italiano di Fisica mi ha chiesto di fargliene avere una copia! Ma io l’ho fatto non per il divertimento dei fisici, i quali d’altronde conoscono già il personaggio, ma per i molti ignari lettori dei suoi libri che mi hanno scritto, a volte anche con acredine, a causa delle mie recensioni su di lui. Il mio unico scopo è che loro sappiano con che razza di fisico, di divulgatore e di uomo pubblico hanno a che fare. Se poi a loro va bene così, va bene anche a me.

Quanto a me, considero questo libro come una testimonianza di impegno civile. Certo, ci sono in Italia problemi maggiori di quello di Zichichi, ma ciascuno di noi agisce nell’ambito che gli è proprio, che per me è quello scientifico. E come nel lavoro dei campi non basta seminare, ma bisogna anche disinfestare dalle erbacce, così accanto ai miei libri e articoli di scienza e di divulgazione, ho pensato di affiancarne uno di denuncia su come non si devono fare né la scienza, né la divulgazione. Proof by example, come si dice in inglese: ovvero, esemplificare per dimostrare. E Zichichi è certo esemplare, benché non tutti gli esempi siano positivi.

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